Binazzi: imprese femminili stabili in provincia di Arezzo. Le criticità sul credito.

1) Due donne ai vertici di CNA Arezzo
Presidente Binazzi, la sua associazione applica le quote rosa?
B. Penso che a nessuna donna piaccia l’idea delle quote di genere, nel caso del neo direttore la scelta è stata dettata da esperienza, merito e preparazione. In più nell’organismo che l’ha nominata la componente femminile è solo del 15%, (6 su 40) in aumento ma dovremo lavorarci insieme per avere più imprenditrici dirigenti.

2) Secondo lei la legge sulle quote di genere ha dato i risultati sperati?
B. Nell’anno dell’entrata in vigore, il 2011, solo il 5% dei consiglieri nei cda delle società quotate in borsa erano donne, oggi sono più del 30%: indubbiamente le quote hanno creato le premesse per l’uguaglianza di opportunità ma sono ancora poche le donne in posizione di vertice, penso agli amministratori delegati.

3) Il quadro sul gender gap in Italia non è dei più confortanti
B. I numeri parlano da soli: siamo al 70esimo posto nel mondo per parità economica di genere, in Europa le donne devono lavorare 59 giorni in più degli uomini per avere lo stesso stipendio e secondo le stime la parità economica si raggiungerà fra 202 anni. Lascio a lei i commenti.

4) Significa che la paga base è diversa tra uomini e donne?
B. Certo che no. La differenza sta nelle opportunità di crescita professionale, chi non fa una scelta orientata solo al lavoro, si trova costretta a tralasciare traguardi ed obiettivi sul lavoro. Salta all’occhio l’Islanda dove la parità di stipendio è garantita per legge ma certo lì il sistema dei servizi alla famiglia è tra i più avanzati. È sempre la stessa storia della conciliazione tra tempi di lavoro e di vita.

5) A sostegno delle imprese femminili che propone CNA?
B. La detrazione del 50% per i servizi di cura e di aiuto alla famiglia: una misura concreta per aumentare l’accesso ai servizi, a volte davvero onerosi, far emergere il lavoro nero, sostenere nuove attività ed imprese al femminile. Le donne non rinunciano a fare impresa. I nostri uffici sono un osservatorio che conferma la tendenza all’autoimprenditorialità. A partire dalla consulenza sui contributi della Regione Toscana: oggi per le donne che voglio avviare un’attività, il bando Creazione Impresa non pone limiti di età per finanziamenti a tasso 0 rimborsabili in 7 anni. Certo poi il percorso dopo l’avvio di attività non è in discesa: da un sondaggio recente CNA-SWG emerge che, a parità di condizioni, nell’accesso al credito le donne sono trattate peggio degli uomini. E le motivazioni tra gli intervistati (uomini e donne) fanno riflettere: le donne potrebbero avere figli, sono meno affidabili degli uomini, mettono il lavoro al secondo posto rispetto alla famiglia. Capisce bene che c’è ancora tanto lavoro da fare, a partire dall’approccio culturale. Numeri alla mano, a fine 2018 in provincia di Arezzo si contano 8.899 imprese femminili (parliamo di aziende con una partecipazione femminile superiore al 50%), il dato è stabile rispetto al 2017 (-0,5%). Nel corso dell’anno si sono contate 570 iscrizioni e 635 cancellazioni. Di poco maggiore la diminuzione delle imprese femminili artigiane: a fine 2018 sono 1939, -0,8% rispetto al 31 dicembre 2017.

6) Che significato ha per lei l’8 marzo?
B. Più che una festa, un momento per fare il punto sulla condizione femminile. E il pensiero va dritto alla violenza di genere. 8 femminicidi dall’inizio dell’anno, 100 lo scorso anno, una sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna che quasi dimezza la pena ad un omicida, adducendo la tempesta emotiva e passionale. Scriva per favore che il delitto d’onore è stato abolito 38 anni fa.