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CNA Federmoda Toscana condivide la proposta di Klaus Davi al ministro Calenda

“L’artigianato come risorsa dell’eccellenza italiana ha le caratteristiche per essere considerato un patrimonio nazionale e un patrimonio dell’intero sistema. Fino a investire su questa unicità con la stessa forza che facciamo per il patrimonio storico e artistico dell’Italia”. Il presidente CNA Federmoda Toscana, Bruno Tommassini, apre alla proposta del massmediologo Klaus Davi di elevare l’artigianato italiano a patrimonio Unesco.

Una proposta rilanciata lunedì scorso da Davi, su cui c’è stata un’apertura del governo per voce del sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi, dopo che il massmediologo – che sta lavorando ad un’inchiesta sul Made in Italy – aveva inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

Il presidente CNA Federmoda Toscana commenta: “L’artigianato e il saper fare non sono solo il tratto distintivo del patrimonio culturale italiano; rappresentano oggi per l’Italia uno straordinario potenziale vantaggio competitivo, fondato su un sistema produttivo basato sulla qualità piuttosto che sulla quantità, sulla personalizzazione piuttosto che sulla produzione seriale. Dare un riconoscimento internazionale a questo secolare, diffuso, capillare patrimonio culturale ed economico significa attribuire giusta dignità all’ossatura costitutiva del Made in Italy, il marchio più conosciuto al mondo. Tuttavia, questo non è solamente un patrimonio storico, è il cuore pulsante e vivo della manifattura italiana, che non ha bisogno solo di tutela, quanto di una rinnovata attenzione politica, di promozione e di nuovi strumenti per competere. Il riconoscimento Unesco può essere la leva per ridestare l’attenzione del legislatore e per iniziare un nuovo racconto dell’artigianalità come uno degli asset competitivi del sistema Paese”.

“Ben venga – aggiunge Tommassini – una rinnovata attenzione del governo nazionale, che non legga il comparto solo come un sistema in crisi a cui oliare qualche ingranaggio, ma come una leva economica e di immagine su cui puntare con la forza adeguata, in sede italiana, ma soprattutto europea e mondiale”.

E conclude: “La Toscana, terra di grande tradizione artigiana, dovrebbe farsi alfiere di questa proposta”.