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Cappetti CNA: tante le competenze di qualità, mai come ora occorre metterle in rete

Di cosa ha bisogno oggi il comparto moda?

“Il Made in Italy, oggi identificato di altissima qualità e raffinatezza stilistica, domani deve essere riconosciuto ed acquistato perché il prodotto di un lavoro “umano”, sostenibile e giusto. Questo significa ridisegnare, amplificare, rafforzare i rapporti di filiera tra grandi aziende e brand e piccole aziende artigianali di subfornitura. Significa redistribuire la ricchezza nella filiera e nei territori di produzione. Significa “ristrutturare” forma, dimensioni e relazioni dei distretti produttivi, significa saper affrontare la sfida del ritorno delle produzioni dall’estero e ancora parlare di standard di qualità, di costo del lavoro, di saper fare, rimettendo il lavoro e i lavoratori (dipendenti e autonomi) al centro della filiera del valore – dichiara Aldo Cappetti, Presidente CNA Federmoda Arezzo commentando la partecipazione di CNA al Comitato della Moda e dell’Accessorio Italiano presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
“Se leggiamo i  risultati dell’ultima indagine congiunturale con cui CNA Toscana in collaborazione con Istat ha analizzato i dati della contabilità di migliaia di micro e piccole imprese della regione, registriamo un andamento abbastanza preoccupante per i settori pelle-calzature (-5,4%) e tessile-abbigliamento (– 6,4%).  Un dato che evidenzia la difficoltà di intercettare la domanda dall’Italia e dall’estero di eccellenza manifatturiera che solo le nostre imprese artigianali sanno esprimere. Ecco che diventa indispensabile rafforzare quel tessuto economico legato alla qualità e alla buona fattura arricchendo la filiera artigianale della Moda per condividere esperienze e progetti, tecniche e metodologie produttive, fasi di lavorazione integrate, per creare opportunità in primo luogo fra gli operatori del settore, investendo in comunicazione, in supporti tecnologici, nel web e in una fitta rete di relazioni. E’ questo il valore aggiunto che la nostra esperienza sul territorio – avviata con la Consulta della Moda provinciale – può portale sul tavolo appena aperto dal Mise”.