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Binazzi CNA: 25% di nuovi occupati nel manifatturiero, resta difficile pianificare quando domina l’incertezza.

Primavera alle porte. La Presidente CNA Arezzo, Franca Binazzi, getta uno sguardo all’andamento del mondo del lavoro nel territorio aretino in un momento in cui prevale l’attesa, dopo l’esito del voto, sugli scenari politici e sui provvedimenti che potranno incidere sull’economia, a partire dal Def.

L’analisi parte dai dati dell’Osservatorio del Lavoro Regionale che al 31 gennaio 2018 fotografa un andamento stabile del numero degli iscritti alle liste di disoccupazione in provincia di Arezzo: 50.271 (erano 49.997 un anno fa) di cui il 55% (28.278) è riferito all’universo femminile. Le fasce di età che soffrono di più – senza scostamenti significativi rispetto allo stesso periodo del 2017 – sono gli over 39 (29.667, di questi 17.127 sono donne) e chi ha un’età compresa tra i 31 ed i 39 anni (9.897 di cui 5.714 donne). Da notare che quella degli under 25 è l’unica fascia di età in cui il numero degli uomini supera le donne (2.421 contro 2.110).

A livello territoriale, è l’area aretina a registrare più iscritti 36.639: sono oltre il 70% e distacca fortemente il Valdarno al secondo posto con il 26%.

Sul fronte delle assunzioni, si registrano 16.276 ingressi nel mondo del lavoro, + 2.525 rispetto al 2017, dato questo che dal punto di vista quantitativo appare positivo ma cambia lo scenario se si passa ad analizzare la tipologia di contratti attivati. Il 50% sono a tempo determinato, in forte aumento rispetto all’anno precedente (+1600) mentre al secondo posto si piazza il lavoro interinale (3.207 su 16.276): è evidente che il lavoro precario occupa le posizioni più alte nel podio e registra, tra l’altro, un aumento di oltre 500 unità. Solo l’8% dei nuovi assunti è a tempo indeterminato.

“Tra i settori trainanti – commenta la Presidente CNA Arezzo Franca Binazzi – rimane stabile il comparto manifatturiero che ha assorbito il 25% di nuova occupazione, oltre 4.000 unità sul totale. E’ il segno di un mondo produttivo che mantiene i piedi per terra, lamentando la mancanza di misure agevolative strutturali. Basti pensare agli sgravi contributivi ad oggi in vigore: sono legati alle assunzioni degli under 35 per 3 anni, una misura certamente utile per i giovani ma assolutamente insufficiente nel panorama occupazionale complessivo. Continuiamo a fare i conti con misure una tantum invece di puntare su politiche industriali e del lavoro che favoriscano gli investimenti del mondo imprenditoriale. Ed il quadro che abbiamo di fronte non induce all’ottimismo: sul fronte interno regna l’incertezza politica post-voto e sul piano internazionale i recenti provvedimenti americani in materia di dazi rischiano di minare pesantemente la nostra voce più importante, l’export. E’ difficile, in questo contesto, pianificare nuove assunzioni e ancor più stabilizzarle. Una realtà complessa da decifrare in cui diventa ancor più difficile fare programmi anche per le aziende più strutturate, figuriamoci per le piccole imprese”.