Veneri CNA: ad Arezzo in mostra la nostra manifattura di qualità. Importante che gli sforzi di chi partecipa siano premiati

C’è fibrillazione nel comparto orafo aretino per l’avvio di OroArezzo.

La fiera è un appuntamento importante per le aziende e la città. Ne è convinto il portavoce degli orafi di CNA Gabriele Veneri, nonostante le difficoltà del periodo.
“La fiera è un volano strategico per il comparto ed il territorio – spiega Veneri – E’ innegabile che attiri tanti visitatori da tutte le parti del mondo, crei business per gli operatori e allo stesso tempo ricchezza per la città. Noi siamo pronti a mostrare il meglio della nostra manifattura, la nostra qualità, il design e l’artigianalità. Mi auguro che alla fine il bilancio sia positivo”.

Stando ai dati del primo trimestre 2018, il distretto orafo aretino rimane al primo posto a livello italiano con 1.203 imprese e 7.475 addetti, circa il doppio rispetto a Vicenza ed Alessandria che rappresentano gli altri due maggiori distretti orafi italiani.

“Lo strumento fieristico, e in particolare OroArezzo, se offerto a prezzi sostenibili e quindi accessibili per le aziende, rappresenta l’occasione per mettersi in mostra, per stringere relazioni e contatti – aggiunge Veneri – Molte aziende hanno difficoltà a far fronte ai costi sempre più elevati degli spazi espositivi e di tutto quanto serve per partecipare ed essere competitivi ad una fiera orafa, a partire dai campionari di centinaia di pezzi. Rispetto al valore aggiunto delle relazioni che si instaurano, gli affari nei giorni della fiera non coprono più i costi, non certo per colpa degli organizzatori, ma per la fase economica che stiamo vivendo. Servirebbero condizioni più favorevoli per agevolare le aziende che non hanno meno forza e possibilità di altre per partecipare a simili eventi”.

Anche per questi motivi la collettiva che ad ogni edizione organizza CNA rappresenta uno strumento di facilitazione per le aziende:
“Pure quest’anno CNA è il primo cliente della fiera per numero di aziende che hanno aderito alla collettiva con 25 stand. Un dato un po’ in calo rispetto alle edizioni precedenti a conferma delle difficoltà di molte imprese di far fronte ai costi, per cui c’è chi ha sperimentato canali alternativi di business”.

Sul fronte internazionale i mercati di riferimento sono fortemente influenzati da dinamiche di tipo economico, finanziario e geopolitico.
“C’è una grande crisi a livello mondiale, i mercati sono volatili e cambiano velocemente gli equilibri commerciali internazionali. Ne è un esempio il commercio con gli Emirati Arabi Uniti che ha subito un forte rallentamento a causa di interventi fiscali che hanno causato negli ultimi due anni performance decisamente negative (nel 2017 -5,1%, nel 2016 -16,4% di fatturato). Trend solo parzialmente bilanciato dal brillante andamento di Hong Kong (+21,6%) e della Turchia (+22,8%). Contrazioni si registrano anche nel mercato statunitense nei confronti del quale iniziano a manifestarsi grandissimi segnali di allarme sui provvedimenti protezionistici decisi da Trump. Resta il fatto che continuano a mancare nel nostro paese, e forse più a livello europeo, politiche commerciali e industriali più incisive a sostegno dell’export”.

“Eppure, nonostante tutto, Arezzo si conferma il primo distretto europeo dei preziosi ed oltre la metà del fatturato italiano relativo all’export di oreficeria è made in Arezzo con un valore pari a circa due miliardi di euro. Se lo Stato fosse al nostro fianco – commenta ancora Veneri – saremmo in grado di produrre altri punti di pil”.