Presentato a Firenze il IV Rapporto economico sul settore artigiano, promosso dall’EBRET, l’ente bilaterale dell’artigianato toscano.

Fatturato su del 2,2%, occupazione aumentata dell’1,3%. Per il 2018 previsioni di crescita al 3,8%.

Il comparto è ripartito ma non mancano le zone d’ombra: restano in affanno le aziende meno strutturate, la nati-mortalità delle imprese è ancora negativa (-1,1%), la crescita occupazionale è legata soprattutto alle figure flessibili. Sale finalmente anche la spesa per gli investimenti, ma i livelli pre-crisi sono ancora lontani.

Il 2017 è stato l’anno della svolta per l’artigianato toscano, tornato finalmente a crescere, anche se in ritardo rispetto ad altri segmenti imprenditoriali della nostra regione. L’incremento registratosi nel fatturato delle imprese artigiane nel 2017 è stato pari al 2,2%, dato questo che, sulla base delle aspettative formulate dagli imprenditori, è destinato a crescere ancora nel 2018, quando è atteso un +3,8%.
Lo rivela il IV Rapporto economico sul settore artigiano, promosso dall’Ente Bilaterale dell’Artigianato Toscano (EBRET) e presentato giovedì 28 giugno a Firenze.

Il comparto artigiano della Toscana, forte di oltre 100mila imprese e 250mila occupati, veniva da una lunga serie di performance negative, ultime delle quali erano state le diminuzioni di fatturato del 2015 (-2%) e del 2016 (-0,4%). Il ritorno alla crescita non riguarda peraltro tutti i settori: alcune eccezioni riguardano in particolare meccanica/impiantistica (-0,9%) ed autotrasporto (-5,6%).
Ad aumentare è anche il numero dei dipendenti (+1,3%), ma grazie soprattutto alla crescita del part-time (+6,8%) ed alle tipologie “flessibili”; le figure contrattuali a tempo determinato crescono inoltre in misura maggiore rispetto a quelle a tempo indeterminato.
Segnali interessanti arrivano anche in tema di capacità produttiva. Fra il 2016 ed il 2017 cresce dal 9,9% al 15,8% la quota di imprese che segnala livelli di attività elevati, mentre la quota di imprese che ha aumentato la propria spesa per investimenti è passata dal 19,1% del 2016 al 28,3% del 2017. Quest’indicazione è confermata anche dai dati di Artigiancredito Toscano, che nel 2017 ha visto aumentare del 15,8% le operazioni ammesse a garanzia con scadenza oltre il breve periodo. L’importo delle operazioni a medio/lungo termine garantite da Artigiancredito nel 2017 resta peraltro al di sotto della metà dei livelli raggiunti nel 2009, segno evidente che la crisi degli ultimi anni ha portato ad un drastico ridimensionamento del potenziale produttivo.

A cogliere la ripresa sono però solo le imprese più strutturate. Valori positivi nell’andamento del fatturato hanno riguardato unicamente le classi dimensionali al di sopra dei 500mila euro di fatturato annuo, mentre chi è rimasto al di sotto dei 100mila euro ha fatto registrare un significativo -7,7%. La ripresa c’è, dunque, ma è tutt’altro che generalizzata, e la quota di imprese con fatturato in aumento (24,3%) resta inferiore rispetto a quella delle imprese con fatturato in diminuzione (28,7%).

Nell’artigianato toscano restano inoltre di segno negativo i processi di nati-mortalità imprenditoriale: nel 2017 le imprese registrate presso le Camere di Commercio sono diminuite dell’1,1%, principalmente nell’edilizia e nel settore manifatturiero. E, nonostante i segnali di recupero, i processi di selezione imprenditoriale sono destinati a proseguire anche nel 2018.