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presidenti di CNA Vicenza e Arezzo Cinzia Fabris e Franca BinazziBinazzi CNA Arezzo: adesso uniamo le forze; l’export del Made in Italy vola grazie al saper fare artigiano.

Per il settore orafo è il momento dei “piccoli”. E’ il messaggio lanciato sabato a Vicenza dal Progetto Gold, il nuovo percorso nazionale targato CNA per il rilancio del settore con l’unione delle forze dei diversi distretti orafi italiani. Un’unica voce per Arezzo, Vicenza, Alessandria/Valenza, Napoli/Caserta e le Marche.
L’obiettivo dichiarato è sfruttare i segnali, seppur ancora timidi, di ripresa economica per una nuova valorizzazione delle competenze dei laboratori orafi e delle imprese artigiane italiane: parliamo di circa 6.000 imprese di cui quasi il 50% con un solo addetto, per un totale di poco meno di 27.000 addetti. I punti di forza: qualità, cura del dettaglio, personalizzazione di prodotto. Dati significativi se comparati alla consistenza totale del settore orafo italiano: oltre 8 mila imprese con quasi 29 mila addetti e un fatturato export di circa 6 miliardi di euro.

«L’incontro di Vicenza – commenta Franca Binazzi Presidente CNA Arezzo – è stato il primo passo per riaggregare un mondo andato avanti per troppo tempo diviso. Siamo piccoli ma insieme siamo forti, se pensiamo che per esempio lo spazio più grande della fiera di Vicenza è della collettiva di imprese di CNA Arezzo. I più grandi gruppi si avvalgono delle competenze di noi piccoli, che facciamo questo mestiere da una vita. Alla politica e al sistema fiere presenteremo proposte per consolidare e potenziare la lieve ripresa in corso. Abbiamo bisogno di ridare fiducia agli artigiani e farli sentire orgogliosi del loro lavoro».
«È un progetto – continua Franca Binazzi – che ho condiviso con la Presidente di CNA Vicenza Cinzia Fabris quando, sedute a un tavolo assieme ai nostri orafi, abbiamo iniziato a pensare a rilanciare il settore e a mettere in rete le esperienze territoriali di tutti i distretti».

Uno sguardo alle tendenze in atto. I consumi di oreficeria in Italia beneficeranno anche per il 2018 del recupero in atto nell’economia generale. Così indicano le statistiche secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Proseguirà pertanto il recupero degli acquisti di gioielleria da parte delle famiglie italiane (+10,3% la crescita della spesa mensile a prezzi correnti nel periodo 2014-2016) e da parte dei turisti stranieri, attesi in aumento. Questa fase di ripresa interrompe il trend di disaffezione strutturale che ha colpito i consumi di gioielli degli italiani (-46% tra il 2001 ed il 2013), anche a causa del calo del reddito disponibile tra il 2008 ed il 2013.
Le migliori opportunità continueranno comunque a provenire dai mercati internazionali: la propensione all’export delle imprese orafe è ulteriormente cresciuta negli ultimi anni sia in valore che in produttività, con un saldo, ampiamente positivo (circa 3,5 miliardi nel 2016). Bene in particolare l’export verso gli Stati Uniti, quarto mercato di sbocco del settore, che assorbe il 10,5% del nostro export; ci si attende inoltre la ripresa dei consumi di gioielli made in Italy in Russia, dopo gli anni della crisi. Nei primi nove mesi del 2017 l’aumento di vendite italiane è aumentato del 13,3% (+14% per i soli gioielli in metalli preziosi), con ruolo primario dei tre principali distretti: Arezzo, Alessandria e Vicenza, che nel 2017 hanno toccato da soli oltre il 75% delle esportazioni di gioielleria e bigiotteria.
La concorrenza è rimasta elevata e oltre ai tradizionali competitor quali India, Cina e Turchia, è cresciuto il ruolo dei paesi di «transito» come la Francia, la Svizzera e gli Emirati Arabi Uniti, meta anche di esportazioni italiane.

«In un contesto di forte competizione – sottolinea la Presidente CNA – l’analisi dei soggetti vincenti negli ultimi anni sottolinea l’importanza di rafforzare alcune leve strategiche, come il commercio on line, l’offerta di prodotti personalizzati, l’attenzione al servizio e l’integrazione delle diverse fasi, dalla produzione alla distribuzione».
«Oggi il consumatore non compra più al grammo, ma guidato dall’emozione. Il gioiello combina materiali, come bronzo e oro, argento e oro, o anche pelle o pietre. E poi i preziosi non sono più uno status symbol, ma acquisti che le persone hanno imparato a farsi anche da soli, senza più aspettare le occasioni speciali”.