Metterebbe fuori gioco le imprese artigiane favorendo le imprese con grande capacità finanziaria

L’articolo 10 del “Decreto Crescita” va emendato o abolito: è la richiesta di CNA che giudica negativamente la misura che consente all’impresa esecutrice dei lavori (eco bonus – sisma bonus) di anticipare al cliente il credito d’imposta sotto forma di sconto in fattura, con la possibilità di recuperarlo in cinque anni.

Si darebbe quindi la possibilità al consumatore di scegliere tra due modalità di recupero dell’investimento. Da un lato la modalità classica di fruizione dell’agevolazione fiscale, pagando immediatamente il totale della cifra per poi chiedere lo sconto fiscale negli anni successivi, dall’altro ottenere immediatamente un contributo anticipato di pari importo come sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche, che viene rimborsato a quest’ultima come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali.
Quest’ultima ipotesi sarebbe facoltativa ma in concreto quale cittadino sarebbe infatti così ingenuo da scegliere di utilizzare le detrazioni, il cui importo può scontare in dieci anni, potendo usufruire della stessa somma immediatamente?

Si verrebbe, così, a scaricare direttamente sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento; prevedere poi che questa misura sia opzionale significa mentire sapendo di mentire.

Non sono certo le imprese artigiane a vantare crediti d’imposta nei confronti del fisco. Chi ha rilevanti crediti d’imposta da compensare sono, con ogni probabilità, le multiutilities e gli ex monopolisti dell’energia che negli ultimi anni, abusando della condizione di trovarsi di fatto in una posizione dominante, sono entrate nel mercato della riqualificazione energetica esercitando nella pratica, anche grazie all’utilizzo dei dati informativi già in loro possesso a causa dell’attività da loro svolta in regime di monopolio, una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese. Una concorrenza sleale che viene accentuata da questa falsa opzione concessa al cittadino che in realtà è un invito puro e semplice ad utilizzare, per gli interventi di riqualificazione energetica, i servizi proposti dalle multiutilities e dagli ex, ma evidentemente neanche tanto ex, monopolisti.

E’ evidente che CNA si attiverà in tutte le sedi per far cancellare una norma che è contro le piccole imprese.