Carlo Viti di CNA: “Artigianali e personalizzate. E una sorpresa molto speciale”

Le tradizioni di Pasqua sono molto sentite dagli aretini che cercano qualità ma anche innovazione.
Si percepisce dalle tendenze di questo periodo in tema di uova di Pasqua, come ci spiega il portavoce della categoria dei dolciari di CNA Arezzo, Carlo Viti.
“Le festività pasquali rappresentano un periodo importante per il mondo dell’artigianato alimentare aretino: questo è il mese del cioccolato legato alla produzione e alla vendita delle uova di Pasqua. In Italia il consumo di cioccolato è ormai vicino ai 5 kg pro capite, in costante crescita, ma ancora lontano dalla primatista Svizzera, dove la media pro capite sfiora invece i 10 kg. Rispetto al mercato internazionale, però, l’Italia consuma più prodotti “premium”, vale a dire di qualità/prezzo di fascia alta”.

“Molti gli aspetti da tenere in considerazione – precisa Carlo Viti – quello della tradizione a cui sono legati bambini e adulti, ma anche la voglia di novità, la ricerca di idee innovative e di qualità, con uno sguardo importante agli aspetti nutrizionali. E accanto alle declinazioni classiche si stanno affermando le varianti senza glutine, vegane, biologiche”.

“Le uova artigianali – spiega ancora Carlo Viti di CNA – sono realizzate con lunghi processi di lavorazione, anche manuale, personalizzate nelle decorazioni e nelle forme, così come nelle sorprese all’interno. Un esempio? Tra le soprese più insolite nell’uovo di Pasqua, una pergamena di cioccolato con l’indirizzo di un appartamento di New York: il regalo di un fidanzato alla sua dolce metà”.

Gli artigiani di CNA sono ben consapevoli del ruolo che rivestono, delle evoluzioni del mercato e della necessità di distinguersi rispetto all’offerta commerciale comune. Tra i segni distintivi l’attenzione agli aspetti nutrizionali del cioccolato artigianale: “E’ da prediligere perché è il vero cioccolato – spiega Viti – più fine al palato, non ha surrogati e per questo è più puro”.

Carlo Viti snocciola anche alcuni dati. “A Pasqua in Italia si stima che consumeremo oltre 15 milioni di uova di cioccolato secondo una indagine condotta dal Centro studi CNA in collaborazione con CNA Agroalimentare. Un terzo delle uova pasquali è di produzione artigianale. Al vertice delle preferenze i prodotti dei cioccolatieri che controllano l’intera filiera”.

L’uovo di Pasqua tra storia e leggenda
Simbolo della resurrezione di Gesù Cristo per i cristiani, l’uovo naturale o decorato, quale emblema della continua rinascita del ciclo della vita e della primavera, fu comune alle civiltà di tutto il mondo antico: dalla Polinesia alle Americhe, dalla Russia all’Egitto.
Nelle famiglie reali e nell’alta nobiltà fin dal Medio Evo presero piede le uova artificiali in materiali preziosi, una tradizione che sarà esaltata a fine Ottocento dall’orafo degli zar, Peter Carl Fabergé. Nel frattempo, alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, pare che all’inizio del Settecento avesse introdotto le uova di cioccolato il parigino David Chaillou, primo “chocolatier” francese. Tra Francia e Germania il prodotto cominciò a diffondersi un secolo dopo. E nel 1875 lanciò la produzione in serie il britannico John Cadbury, fondatore del gruppo dolciario omonimo. Ma solo nel Novecento si è sviluppato comunemente l’uso dell’uovo di cioccolato, spesso arricchito al suo interno da un dono simbolico o più o meno ricco, la “sorpresa”, la vera attrattiva per i bambini.