Sassolini CNA Valtiberina: prezioso per il futuro il metodo operativo attivato dai comuni tosco-umbri

“La speranza di tutti è ovviamente che l’Alta Valle del Tevere tosco-umbra diventi capitale italiana della cultura 2026, ma anche rientrare fra le dieci finaliste sarebbe pur sempre un risultato di rilievo. In ogni caso, rimarrebbe valido per il futuro il metodo operativo intrapreso, in base al quale il comprensorio ha finalmente iniziato a collaborare in rete”. Livio Sassolini, amministratore delegato della prestigiosa azienda Busatti di Anghiari e presidente di CNA Valtiberina, attende con interesse la data del 15 dicembre prossimo, quando verranno comunicati i nomi delle dieci candidate finaliste al titolo. “Permettetemi intanto un plauso a chi ha avuto questa idea (il sindaco del suo Comune, Alessandro Polcri, ora anche presidente della Provincia di Arezzo e poi il presidente dell’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana, Alfredo Romanelli n.d.a.), perché da essa è nato un progetto di vallata capace di creare percorsi condivisi e di inquadrare le criticità e lo sviluppo in una visione d’insieme – prosegue Sassolini – che è poi è anche ambizione d’insieme di un territorio che ha preso coscienza delle proprie potenzialità e dell’importanza di lavorare unito.

Il progetto “Cantico delle Culture” abbraccia 15 Comuni complessivi, cioè i 7 della parte toscana e gli 8 di quella umbra, per cui penso che possano emergere elementi importanti, in grado di far diventare protagonista l’Alta Valle del Tevere”. Quali i punti di forza individuati dal presidente valtiberino di CNA? “Ho notato come siano ricorrenti aspetti inerenti alla specificità della nostra zona, all’attenzione verso l’ambiente e all’inclusione: tematiche sensibili, queste, sviluppate in modo coerente e che spesso sono prese in considerazione anche agli alti livelli politici”. In questo contesto, quale ruolo può svolgere CNA? “Siccome all’interno del progetto sono comprese anche le attività economiche, ricordo che la nostra associazione conta migliaia di associati su entrambi i versanti della vallata e che quindi può diventare il collante fra progettazioni e sviluppo, avendo una buona conoscenza del territorio”. L’Alta Valle del Tevere tosco-umbra ha a suo parere le carte in regola per poter prevalere, anche se non sarà di certo facile? “Di carte in regola ne abbiamo tante aspirare a questo riconoscimento e quindi mi auguro che l’obiettivo vada in porto ma, riallacciandomi a quanto dichiarato in apertura, ribadisco come questa candidatura ci abbia fatto riflettere su quanto l’operatività congiunta e il lavoro di assieme riescano a produrre valore aggiunto. Abbiamo applicato quel metodo che da tanti anni auspicavamo, abbattendo anche la barriera del confine politico-amministrativo che finora era stata un fattore limitante. Dicevamo da sempre che avremmo dovuto lavorare in rete: ebbene, stavolta ci siamo riusciti e quindi, al di là di quello che sarà l’esito finale, non disperdiamo quanto di prezioso abbiamo fatto in questi mesi: ci sarà comunque utile per il futuro e anche pubbliche amministrazioni e associazioni lo hanno capito. Sotto questo profilo – conclude Sassolini – posso affermare che abbiamo già vinto”.