Le dichiarazioni di Stefano Lorenzoni presidente CNA Arezzo Dolciari e Panificatori e Gianpaolo Bonci presidente Produttori Bevande CNA Toscana

Flessione del numero degli occupati e contrazione del Pil nel secondo trimestre, stanno rallentando i consumi e gli investimenti, mentre l’inflazione si mantiene attorno al 5,5% e i prezzi dei prodotti alimentari continuano a subire aumenti, in alcuni casi vertiginosi. CNA Arezzo accende i fari su un autunno che si prospetta “caldo”, anche per altri fattori, come l’aumento costante del prezzo dei carburanti e le previsioni di incremento delle tariffe elettriche e del gas che stanno impattando negativamente sull’intero sistema produttivo, compresi i settori della logistica, manifatturiero e dei servizi. Senza dimenticare l’aumento del costo del denaro: è notizia recentissima il nuovo rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Bce.

A questa situazione, già di per sé pesante, si aggiunge spesso la difficoltà di trovare manodopera, soprattutto in alcuni settori. A fare il punto della situazione è Stefano Lorenzoni, presidente Dolciari e Panificatori CNA Arezzo: “Si sta aprendo una forbice molto importante tra chi fa questo lavoro con professionalità, studio, esperienza e passione, e chi invece lo fa solo per ripiego. Chi investe in personale e aggiornamento deve aumentare i prezzi per stare al passo con i tempi. La vera sfida è riuscire a mantenere un prodotto di qualità senza gravare troppo sul consumatore. Fortunatamente, molti clienti hanno già fatto la loro scelta: più qualità, magari diminuendo la quantità”.

A proposito di manodopera, Lorenzoni spiega: “Purtroppo l’immagine di questo settore fornita dalla tv non rispecchia la realtà del lavoro quotidiano. Le scuole professionali preparano sulla teoria, ma non sui processi produttivi concreti. Uno su trenta-quaranta pasticceri formati è davvero competente. Molti pretendono di essere pagati prima ancora di saper svolgere il lavoro”.
Gianpaolo Bonci, presidente dei produttori di bevande CNA Toscana, evidenzia le difficoltà causate dall’aumento dei costi delle materie prime. Ad esempio, il prezzo dell’olio è aumentato del 300% nell’ultimo anno: “Anche se il costo dell’energia è sceso da agosto ‘22, come pure quello degli imballaggi, ci sono altre situazioni che determinano rincari e i conseguenti problemi per il settore. Uno su tutti: la produzione vitivinicola – in Europa in generale – quest’anno subirà una riduzione del 40% a causa dei cambiamenti climatici, il che comporterà ulteriori aumenti delle materie prime”. Per affrontare queste difficoltà, le aziende dovrebbero puntare con decisione su sostenibilità ambientale e digitalizzazione: “L’Acetificio Aretino conta 1 gigabyte di fotovoltaico, ma una completa trasformazione green – che determinerebbe una diminuzione dei costi – richiede tempi lunghi, non basta quanto previsto nel Pnrr”. Oltre all’approvvigionamento energetico, anche la carenza di personale e il basso livello di digitalizzazione rischiano di penalizzare le PMI del settore food, continua Bonci: “Manca personale amministrativo qualificato e solo poche imprese hanno una digitalizzazione avanzata, non basta avere un sito internet per dirsi digitalizzati. Serve digitalizzare, quindi semplificare e rendere più convenienti, interi processi aziendali. Se aggiungiamo al contesto anche il fatto che l’accesso al credito è molto difficile, con tassi sopra il 5%, diventa quasi impossibile non scaricare gli aumenti di bollette e materie prime sul consumatore finale” conclude Bonci.

Diventa perciò cruciale un decisivo intervento delle istituzioni, con misure di sostegno alla liquidità delle imprese, detassazione del lavoro, incentivi alla digitalizzazione ed efficienza energetica. Solo così sarà possibile evitare ricadute negative sui prezzi al consumo e sull’occupazione, in un delicato periodo di recessione che necessita invece di rilanciare investimenti, consumi e fiducia per garantire la tenuta dell’intero sistema Paese.