Dall’osservatorio CNA il quadro drammatico dell’artigianato

Il lockdown dovuto alla pandemia ha paralizzato il mondo dell’artigianato, che registra un blocco pressoché totale delle attività.

“Sono risparmiate solo alcune attività essenziali che operano a servizio ridotto – osserva Edi Anasetti, Direttore CNA Arezzo – molte delle quali con fatturati vicino allo zero. Un quadro destinato ad aggravarsi, basti guardare i numeri delle imprese artigiane che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali”.

Dal 9 marzo ad 2 aprile sono state 1177 le aziende che hanno attivato il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato per un totale di 5531 dipendenti.

“Ma non stiamo parlando di un bilancio definitivo – commenta il Direttore CNA – I segnali lasciano intendere, sulla base degli accordi di integrazione salariale ancora in sospeso, che si arriverà a circa 1300 accordi di qui alla prossima settimana. Numeri che sono andati progressivamente crescendo per effetto dell’emergenza sanitaria e delle chiusure per decreto: basti ricordare che a fine febbraio erano quasi 50 gli accordi sottoscritti, comunque già più del doppio dello stesso periodo dell’anno precedente. E va detto che stiamo commentando dati solo degli ultimi 20 giorni”.

Al primo posto la metalmeccanica (29% degli accordi), al secondo si posizionano oro e moda, tre settori chiave dell’economia provinciale e dell’export aretino (43%), seguono acconciatura ed estetica (20%) a serrande chiuse dal 12 marzo, il restante 8% comprende chimica, legno, lapidei e trasporto.

Pesante anche il quadro dell’edilizia, settore già pesantemente ridimensionato da una crisi che si protrae da un decennio: l’osservatorio CNA Arezzo registra in soli 8 giorni (dal 25 marzo al 2 aprile) l’attivazione della cassa integrazione ordinaria covid 19 per 67 imprese che occupano 335 addetti. Il territorio più colpito è il Valdarno con 25 accordi, seguito da Arezzo con 17 e dalla Valdichiana con 11 accordi.

“E non si fa riferimento a imprese edili con soci lavoratori non coperti dall’ammortizzatore sociale – precisa il Direttore Anasetti – che vivono una fase di grande difficoltà in termini di sostentamento economico”.

Anche per la piccola e media industria i numeri CNA degli ultimi 8 giorni sono in crescita: 75 ricorsi alla cassa integrazione ordinaria che hanno coinvolto 2227 dipendenti. Anche in questo caso i più colpiti la metalmeccanica (41%), gli orafi (29%), il tessile abbigliamento calzature alla pari col settore trasporti (totalizzano il 25%).

Dal 1° aprile è attiva la Cassa integrazione in deroga per le aziende non coperte da forme di integrazione salariale ordinarie o da fondi di solidarietà alternativi.

“Le risorse per la Toscana ammontano a oltre 144 milioni di euro ma già si stimano sufficienti solo in una prima fase – dichiara il Direttore CNA – E intanto per combattere l’attesa impennata della disoccupazione e affrontare il rischio recessione innescato dalla emergenza, dall’Europa arriva il primo strumento anti crisi: il fondo europeo contro la disoccupazione di 100 miliardi per finanziare le casse integrazioni o schemi di protezione dei posti di lavoro come forme di riduzione dell’orario.

Accanto alle misure di sostegno all’occupazione, restano più che mai urgenti le esigenze finanziarie delle imprese, sia quelle che si sono dovute fermare ma che continuano a sostenere una serie di costi fissi in assenza di ricavi, sia quelle che ancora operano ma con ricavi in forte contrazione. L’emergenza è assicurare liquidità alle imprese, per coprire la distanza temporale tra i costi, che continuano a correre, e i ricavi che potrebbero riprendere, tra mille difficoltà, solo nei prossimi mesi”.

 

Artigiani, cassa integrazione per 5 mila – Corriere di Arezzo del 5 aprile 2020