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La denuncia di Giuseppe Calì, Presidente CNA Nazionale dei gommisti

Nessun sollievo per i gommisti, a quasi un anno dall’entrata a regime delle nuove disposizioni normative, che regolano la raccolta dei PFU. Lo scorso aprile infatti il Ministero dell’Ambiente, dopo anni di gestazione, ha finalmente licenziato il decreto che doveva migliorare le regole di gestione della raccolta dei pneumatici a fine vita. Le modifiche alla precedente normativa avrebbero dovuto risolvere alcuni dei problemi, che da anni le imprese denunciano, in primis una raccolta non soddisfacente rispetto alle giacenze nei punti di generazione del rifiuto, ovvero le officine dei gommisti.

“Il nuovo decreto purtroppo, insieme alla circolare di dicembre 2020 del Ministero dell’Ambiente, che ha disposto l’obbligo per i soggetti preposti al ritiro di aumentare il target dal 15% al 20%, di fatto non stanno apportando nessun miglioramento e i piazzali delle officine continuano ad essere pieni di PFU, esponendo le imprese a pesanti sanzioni”. Sono le parole amare di Giuseppe Calì, Presidente CNA Nazionale dei gommisti.

“Al mancato miglioramento – continua Calì – si aggiungono le difficoltà nate dalle nuove classificazioni degli pneumatici dettate dal nuovo decreto, che ha apportato una nuova suddivisione degli stessi in tre macro categorie (piccoli, medi e grandi) a loro volta suddivisi in 15 sotto-categorie. Quest’ultimo aspetto unito al diverso costo del contributo ambientale PFU applicato dai vari consorzi, sta creando non poche difficoltà di gestione dovendo far pagare all’utente finale lo stesso importo versato a titolo di PFU al fornitore. Da sottolineare anche il fatto che queste nuove classificazioni hanno comportato degli aumenti significativi del contributo che in alcuni casi arriva fino al 113% rispetto alla quota precedente. Un aumento a cui non corrisponde un reale incremento dei quantitativi raccolti dai sistemi collettivi deputati”.

Il rappresentante di CNA aggiunge anche: “Constatiamo, inoltre, che la situazione è resa ancora più caotica per la poca trasparenza dimostrata da diversi soggetti deputati al ritiro, i quali contravvenendo agli obblighi di comunicazione e di rendiconto, imposti dalla norma, aggravano la già grave situazione del settore dei ritiri”.

E infine l’appello di CNA: “Per tutti questi motivi il coordinamento nazionale gommisti CNA, auspica un intervento affinché vengano rispettate le nuove regole da parte di tutti i soggetti interessati alla gestione dei pneumatici a fine vita, e che vengano garantite maggiori e puntuali verifiche sui soggetti esteri che immettono pneumatici sul nostro mercato e in particolare sulla loro nomina di un rappresentante che comunichi i quantitativi immessi e la loro modalità di gestione. Sono necessarie, infine, delle semplificazioni sulle nuove classificazioni in modo da regolarizzare la normale gestione delle quote degli PFU. La corretta gestione dei PFU rappresenta un tassello fondamentale per l’economia circolare, in linea con gli obiettivi che stanno alla base del neo-ministero della transizione ecologica.”