Binazzi CNA: così la chiusura è più di un rischio. Basta coi rinvii delle tasse: vanno cancellate.

“Niente zone gialle per un altro mese, Toscana zona rossa dopo tre mesi e mezzo, provincia di Arezzo chiusa dal 15 marzo, lentezza delle vaccinazioni in Toscana, crash tecnologico del portale per le prenotazioni di vaccini e tamponi. Siamo in emergenza sanitaria dal gennaio 2020. Da domani 30 marzo al via le domande per il fondo perduto ma la grande maggioranza delle imprese, pur avendo registrato una significativa flessione del fatturato, rimane esclusa dai nuovi indennizzi”.

Ecco il quadro che dipinge Franca Binazzi, presidente CNA Arezzo che aggiunge: “Ci siamo battuti per il superamento dei codici Ateco per permettere a più imprese di accedere ai ristori ma i nuovi sostegni restano inefficaci e troppo modesti. Aspettiamo ancora misure in grado di soddisfare le aspettative dei nostri imprenditori di ricevere un sostegno adeguato alle perdite subite, specialmente da parte di coloro che non hanno ottenuto fino ad oggi un ristoro commisurato al sacrificio delle chiusure o del rallentamento impresso dai decreti del Governo alle attività. Da un anno restiamo inchiodati alla visione emergenziale e con la pandemia si sono ampliate le disuguaglianze: anche le donne ed i giovani sono i grandi perdenti di questa pandemia”.

Serve un segno forte di discontinuità nei modi e nei tempi di erogazione degli aiuti rispetto agli interventi dello scorso anno per ridare non solo mezzi finanziari ma, soprattutto, fiducia agli imprenditori fiaccati da mesi terribili.
In media il 26% delle imprese della manifattura, il 22,6% dell’edilizia e il 23% dei servizi hanno subito nel 2020 una contrazione di fatturato almeno del 30%. Un dato che presenta un’estrema variabilità in particolare nel mondo dei servizi, dove spicca l’88,5% delle attività di trasporto persone, il 69,7% del settore dell’alloggio, il 69,2% delle attività ricreative e di spettacolo seguite dall’artistico, la ristorazione e gli altri.

“Aver mantenuto una soglia per accedere ai benefici – continua Franca Binazzi – rappresenta una ingiusta discriminazione nei confronti di migliaia di attività economiche che lo scorso anno hanno subito pesanti cadute del fatturato pur al di sotto del 30% e non percepiranno alcun ristoro. Occorre un meccanismo che preveda la progressiva riduzione del contributo in relazione all’andamento del fatturato in mancanza del quale si deve procedere alla cancellazione delle tasse, altrimenti ne usciremo a pezzi con i debiti impossibili da coprire”.

La gravità della crisi ha costretto le imprese ad indebitarsi.

“La liquidità non c’è, i debiti restano, di investimenti nemmeno a parlarne. Quasi il 50% del credito bancario alle imprese risulta “congelato” da moratorie sui prestiti e Fondo di Garanzia per le PMI e un repentino ritorno alla normalità delle regole ordinarie rischia di mettere a rischio centinaia di migliaia di imprese. Vanno individuati strumenti in grado di sostenere la rinegoziazione delle esposizioni bloccate con la moratoria, per preservare le centinaia di migliaia di imprese che vi hanno fatto ricorso, pena il passaggio dall’emergenza liquidità a quella della solvibilità.
Tutto ciò in un quadro di tenuta artificiale del mercato del lavoro. L’andamento dell’occupazione non subisce scossoni soltanto perché i licenziamenti sono frenati dai provvedimenti governativi: cassa integrazione guadagni e divieto di licenziamento. Continuano invece a ridursi le assunzioni, reale indice dello stato di salute economica. E diventa sempre più diffuso il timore di una bomba lavoro a scoppio ritardato, in coincidenza con il venir meno del divieto di licenziamento”.