È stata l’azienda protagonista di una videostoria di CNA diffusa a livello nazionale: la Compagnia Toscana Sigari, nata nel 2015 e operante nella frazione Trebbio di Sansepolcro. Grazie a essa e all’intuizione di Gabriele Zippilli con l’aiuto della moglie Michela, in Valtiberina è tornata la produzione rigorosamente artigianale del sigaro, prodotto che ha per materia prima il pregiato tabacco “kentucky”, del quale i soli Comuni di Anghiari, Monterchi e Sansepolcro forniscono oltre il 20% dell’intero volume nazionale.

Il presidente CNA Valtiberina Livio Sassolini ha visitato la struttura biturgense per conoscere da vicino una realtà che sta riscrivendo anche una bella pagina relativa all’occupazione femminile. Sono tornate insomma le figure professionali delle tabacchine e delle sigaraie, che modellano con le mani il singolo pezzo, destinato poi alla stagionatura e alla messa in vendita. Perché alla Compagnia Toscana Sigari la filiera è completa, dall’ingresso della foglia al prodotto già confezionato. Con un particolare tutt’altro che trascurabile: “Il tabacco è coltivato con metodi ecosostenibili – ha precisato Zippilli – poi raccolto manualmente e curato con legno di quercia dei boschi circostanti. È selezionato dalle esperte tabacchine nei vari gradi di fascia e ripieni e quindi stoccato, in attesa di proseguire il percorso che trasformerà le foglie in ottimi sigari tradizionali. Tutto il processo è alimentato da energia rinnovabile: l’azienda è a bassa impronta carbonica e anche il cellophane dei nostri sigari è compostabile. La donna è l’artefice dell’alta qualità dei nostri sigari, perché è più attenta ha una manualità e una costanza maggiori”.

Da appassionato del fumo lento a imprenditore che sta realizzando il suo sogno: l’azienda guidata da Zippilli sforna adesso due milioni di sigari all’anno in un mercato che si sta progressivamente allargando. “Vendiamo anche all’estero – dice l’imprenditore – e ogni mese c’è un Paese nuovo; ancora oggi la quota del mercato estero è piccola, non siamo riusciti a soddisfare il mercato interno, perché essendo una filiera corta e con produzione quasi tutta aziendale del tabacco, dobbiamo partire dalle coltivazioni che vanno incrementate, dalla manodopera che continuiamo a formare, alle attrezzature che continuiamo a comprare, ma è un processo abbastanza lungo”.

Storia e tradizione tramandata, dunque, come nel nome: Tornabuoni, in omaggio ai due vescovi che portarono il tabacco in zona. A Niccolò, quello di Sansepolcro, vennero spediti nel 1574 i semi inviati dallo zio, vescovo di Parigi e iniziò la coltivazione di quella che poi sarebbe divenuta la cosiddetta “herba tornabuona”. Fermentazione, varietà e manifattura: sono i tre fattori che determinano il prodotto, originato da un “kentucky” che ha il marchio del tabacco nero della Valtiberina, coltivato nei nove appezzamenti dislocati fra i territori di Sansepolcro, Anghiari e dei confinanti Comuni umbri di Citerna e di San Giustino. Nella struttura del Trebbio si fanno anche formazione e degustazione: insomma, non manca proprio nulla. “Visitare la Compagnia Toscana Sigari è stata una esperienza incredibile – ha commentato il presidente CNA Valtiberina Livio Sassolini – perché mi ha permesso di ammirare un’eccellenza della Valtiberina fatta di studio, passione, artigianalità, ecosostenibilità, valorizzazione delle risorse umane, unicità del prodotto e promozione del territorio: è un segnale di ottimismo per la nostra vallata”.

La soddisfazione di Zippilli: “Dopo il video, questa visita. È bello vedere un’associazione come CNA che entra in azienda per conoscere e rafforzare le relazioni con i suoi imprenditori”.

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