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Via libera dell’Unione Europea al riconoscimento della denominazione di origine protetta a questo prodotto tipico regionale 

Il Pane Toscano è la prima DOP (Denominazione d’Origine Protetta) di un prodotto della panetteria di carattere regionale in Europa: la Toscana diventa così “regina” del paniere dei prodotti a marchio nel territorio europeo.
È un risultato importantissimo, frutto di uno sforzo collettivo – commentano Marco Pierozzi Presidente di Confartigianato Panificazione, Tommaso Ausilio Presidente di CNA Alimentare, Luca Ciardi Presidente Assipan Confcommercio – che ha visto unita e protagonista la filiera toscana: il Consorzio di Promozione e Tutela che non ha mai smesso di lavorare per raggiungere questo traguardo, le Associazioni di categoria della panificazione, il settore agricolo e la Regione Toscana che ha da subito sostenuto lo sforzo dei produttori in tutti i passaggi di valutazione, in particolare in sede europea“.
Il Pane Toscano è tanto famoso quanto particolare: farina di grano tenero, acqua, lievito madre e rigorosamente sciocco. Per la prima volta sarà possibile soddisfare non solo la produzione locale ma anche incrementare le richieste di esportazione. Sono inoltre allo studio sistemi che mantengano inalterate le caratteristiche organolettiche del pane attraverso un sistema di packaging innovativo messo a punto dalle Università di Pisa e Firenze. In questo modo è atteso un forte incremento produttivo nel settore agricolo, nella trasformazione e nella commercializzazione. Dal punto di vista economico, il riconoscimento della DOP del Pane Toscano consentirà di pagare il grano un minimo di 250 euro per tonnellata, a fronte dei 160 fissati dalla Borsa Merci di Bologna per il grano tenero. Panificando tutto il frumento tenero prodotto in Toscana si otterrebbero oltre 700.000 quintali di pane, ovvero quasi il 100% della quantità totale del pane commercializzato oggi come toscano. Inoltre, si stima che la domanda di Pane Toscano porterà gli agricoltori toscani a produrre grano tenero per quantitativi intorno alle 75.000 tonnellate, con un incremento di 3.000 posti di lavoro.