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CNA Fita vince il premio antitrust 2017

CNA Fita ha partecipato al premio “Antitrust 2017” indetto dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ed ha vinto il primo premio dedicato alla categoria Associazioni di Imprese; la cerimonia di premiazione si terrà il giorno 30 Maggio 2018 alle ore 16.30, presso la sede dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in Piazza Giuseppe Verdi 6/a – Roma.

Il premio antitrust 2017 è stato indetto dall’AGCM per premiare l’Associazione di imprese che si sia maggiormente distinta nella diffusione dei valori della concorrenza e CNA Fita ha partecipato con la sua iniziativa volta a far ottenere agli autotrasportatori il risarcimento dei danni subiti a causa del Cartello dei costruttori di autocarri accertato dalla Commissione Europea.

CNA Fita ha, infatti, promosso un’azione collettiva risarcitoria cui possono aderire senza alcun costo anticipato tutti gli acquirenti dei camion oggetto del Cartello e che si avvale dell’assistenza di professionisti di provata esperienza nel campo dell’antitrust e del contenzioso civile.

La Commissione Europea ha accertato che le case costruttrici DAF, Daimler, Iveco, MAN, Volvo\Renault e Scania per oltre 14 anni, dal 1997 al 2011, hanno posto in essere nell’intero territorio dello Spazio Economico Europeo un cartello segreto teso a distorcere i normali processi competitivi nel settore dei veicoli industriali (“il Cartello”).

Le prime cinque società hanno ammesso la propria responsabilità in ordine agli addebiti in cambio di uno sconto della sanzione inflitta con la Decisione C (2016) 4673 del 19 luglio 2016, il cui ammontare complessivo è di € 2,93 miliardi, mentre Scania, che ha proseguito nel procedimento respingendo ogni addebito, è stata sanzionata in data 27 settembre 2017 con una multa individuale di € 880 milioni, per un totale quindi superiore a € 3,8 miliardi. Si tratta della sanzione più alta mai comminata dalla Commissione europea per una violazione del diritto della concorrenza, nonostante le riduzioni delle sanzioni applicate a seguito della collaborazione delle imprese investigate.

Le condotte anticoncorrenziali sanzionate sono consistite nel coordinamento collusivo dei prezzi di listino degli autocarri, delle tempistiche dell’introduzione delle tecnologie sul controllo delle emissioni (da Euro III fino a Euro VI) ritardandone la commercializzazione fino a quando non fosse obbligatoria e della traslazione sui clienti dei costi delle tecnologie di riduzione delle emissioni.

La natura del Cartello, il mercato di riferimento e il periodo in cui è stato operativo rendono il cartello sugli autocarri uno dei più lesivi mai accertati dalla Commissione Europea.

Il Cartello ha colpito duramente un settore, quello dell’autotrasporto, già duramente provato dalla crisi economica, incidendo sul prezzo del bene fondamentale per l’autotrasporto, quello del camion. Dal 2008 al 2016 sono oltre 25.000, con circa 70.000 addetti, le imprese di autotrasporto che hanno chiuso i battenti in Italia, la maggior parte di esse costitute da “padroncini”, che spinti ai margini dal dumping sociale degli operatori con sede nei paesi con basso costo del lavoro non hanno potuto più sostenere i costi aziendali gonfiati anche dalla presenza del Cartello.

Il coordinamento dei prezzi di listino ha, infatti, gravato pesantemente sull’esborso monetario sostenuto da tutti i soggetti che hanno acquistato, anche attraverso leasing, i camion di massa massima superiore alle 6 tonnellate, sia nuovi che usati.

Il cartello ha, inoltre, limitato lo sviluppo tecnologico degli autocarri con conseguenze negative in primo luogo per l’ambiente. Le pratiche anticoncorrenziali si estendevano, infatti, al coordinamento della tempistica di introduzione delle tecnologie di riduzione delle emissioni (da Euro 3 a Euro 6), con lo scopo di ritardare la commercializzazione dei veicoli meno inquinanti. Il concordato ritardo tecnologico ha, quindi, fatto sì che sulle strade di tutt’Europa circolassero veicoli più inquinanti con un danno economico anche per gli autotrasportatori loro proprietari, perché tali veicoli consumano più carburante e hanno un minor valore commerciale per via delle limitazioni al loro utilizzo.

Alla luce della gravità del Cartello dei camion per CNA Fita è risultato “doveroso” intraprendere un’iniziativa per dare agli autotrasportatori la possibilità di recuperare i danni subiti, non appena è stata pubblicata la notizia della decisione della Commissione.

Il camion costituisce il costo fisso più oneroso nel settore dell’autotrasporto, sia per le imprese monoveicolari che per quelle più strutturate. Si tratta, quindi, della possibilità per tutti gli autotrasportatori di far rientrare in azienda consistenti capitali, illecitamente sottratti nel lungo tempo di vigenza del Cartello, che permetterebbero loro di affrontare la ripresa economica, dopo i lunghi anni di crisi, con nuovi investimenti.

Un’iniziativa che CNA Fita spera possa anche scoraggiare futuri comportamenti restrittivi del gioco della concorrenza. La prospettiva dell’esercizio del diritto al risarcimento da parte delle vittime di violazioni del diritto antitrust, che eroda i profitti illeciti, dovrebbe convincere le imprese ad astenersi da comportamenti anticoncorrenziali, essendo le aspettative di profitto del tutto vanificate dagli esborsi risarcitori.

Per raggiungere il suo obbiettivo di dare agli autotrasportatori la possibilità di recuperare i danni subiti a causa del Cartello, CNA Fita si è adoperata direttamente per comunicare la notizia della Decisione, informare circa la possibilità di proporre un’azione risarcitoria, rilevare le manifestazioni di interesse da parte dei propri associati, individuare i professionisti che avessero le competenze giuridiche ed economiche necessarie per assistere i propri associati in un’azione complessa, come è quella avente ad oggetto il risarcimento di danni antitrust, assicurare la gratuità dell’azione in modo da non scoraggiare nessuno dal perseguimento del fine di giustizia, collaborando fattivamente nella preparazione delle pratiche dei singoli autotrasportatori.

L’iniziativa ha richiesto l’impegno totale di CNA Fita. Essa si è attivata non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale, coinvolgendo le sue associazioni territoriali, al fine di permettere a tutti gli autotrasportatori italiani di aderire all’iniziativa.

Il risultato di questi sforzi al 31 Dicembre 2017 ci consegna una situazione che è brevemente descritta da questi dati: più di 3.000 imprese con un totale di oltre 15.000 veicoli hanno aderito all’azione collettiva promossa da CNA Fita per ottenere il risarcimento dei danni sofferti a causa del Cartello.

La campagna risarcitoria è ancora in atto e chi vuole aderire, può farlo rivolgendosi a Valentina Laurenzi tel. 0575 329216 valentina.laurenzi@cna.arezzo.it.

CNA Fita vince il premio “Antitrust 2017”.