In: IMPRESE, IN PRIMO PIANO

Artigiani e piccole imprese dimenticati. Siamo delusi e arrabbiati.

“Siamo delusi e arrabbiati – è il commento a caldo di Franca Binazzi, Presidente CNA Arezzo di fronte al testo del disegno di Legge di Bilancio 2018, ora all’esame della Camera – si dimenticano gli artigiani e le piccole imprese. Inutile che ce lo ripetano a gran voce che siamo la parte fondamentale del tessuto economico. Restiamo gravati pesantemente da una delle più alte pressioni fiscali al mondo e nulla si muove per invertire la tendenza. Un esempio? Ad Arezzo il 55,9% del reddito d’impresa è assorbito dalla tassazione (nazionale, regionale e comunale). Parliamo di un settore, quello dell’artigianato, che solo nel nostro territorio conta oltre 10 mila imprese. Ebbene? A leggere il disegno di legge continuano ad essere disattese le richieste di questo mondo in materia di deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, di esclusione dall’Irap per le attività di minore dimensione, di ripristino dell’aliquota al 65% per gli interventi di efficientamento energetico. Per di più, si fa retromarcia su importanti provvedimenti come l’Imposta sui redditi d’impresa e il regime per cassa con la previsione del riporto delle perdite, già introdotti opportunamente lo scorso anno.
Quante volte abbiamo posto l’accento sull’Imu su capannoni, laboratori e negozi? E’ il tributo più odiato dagli artigiani e dai piccoli imprenditori perché colpisce strumenti di lavoro, indispensabili a svolgere la propria attività, come se fossero seconde case, consentendo solo una molto limitata deducibilità dal reddito.
Che dire poi delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici che si sono dimostrate fin da subito uno strumento efficiente ai fini ambientali e, innescando un circuito virtuoso, un robusto sostegno all’economia? Purtroppo, la parte più utilizzata di queste agevolazioni è stata inspiegabilmente tagliata dal 65 al 50% della spesa, rendendole meno attrattive”.

L’Imposta sul reddito d’impresa (Iri) consente anche a una ditta individuale, a una società di persone, a un artigiano o a un commerciante di pagare le tasse separando il reddito d’impresa da quello personale, come già avviene per le società di capitali, permettendo un giusto risparmio fiscale ed evitando discriminazioni tra imprese.

CNA chiarisce che tutto sembrava pronto per l’entrata in vigore l’anno prossimo. Ma nel disegno di Legge di Bilancio 2018 è previsto lo slittamento di un anno del provvedimento. Il nuovo regime di cassa per la determinazione del reddito in contabilità semplificata interessa 2,2 milioni di imprese. Imprese che hanno chiesto di pagare Irpef e Irap solo sui redditi incassati. Ma senza la possibilità di riportare le perdite all’anno successivo questo non è possibile.

“Di questo passo la nostra economia sarà ancora più lenta per uscire dalla palude degli zero-virgola – osserva la Presidente Binazzi – e a farne le spese sono sempre artigiani e piccole imprese, che assumono interamente su di sé il rischio delle proprie decisioni imprenditoriali, senza reti di protezione, senza l’aiuto di soldi pubblici, ma sempre più costretti ad operare in un paese che non agevola lavoro e impresa”.

“E’ un quadro a tinte fosche – conclude la Presidente CNA – Nel momento in cui stiamo organizzando le celebrazioni dei 70 anni di CNA Arezzo, la riflessione è che se siamo ancora il secondo paese manifatturiero in Europa e l’ottavo al mondo, significa che lamentarsi non è la principale attività di noi imprenditori: ma il nostro obiettivo è crescere e competere, non resistere”.